Triste a dirsi, ma secondo gli ultimi report e gli ultimissimi dati, in Italia il numero di fumatori è sensibilmente aumentato, a fronte di una riduzione di coloro che decidono di abbandonare questo vizio dannoso.
L’ISS (Istituto Superiore di Sanità) ha raccolto i dati secondo i quali 1 italiano su 4 fuma, stabilizzando la percentuale generale di fumatori sul 24% rispetto alla popolazione totale.
Che dire del numero di pacchetti consumati e del fumo passivo?
Analizziamo le statistiche che riguardano questi aspetti in modo esaustivo e chiaro, fornendo una panoramica dettagliata sull’argomento.
La ripartizione dei fumatori e i dati sulle sigarette fumate
Nonostante si sia osservato un decennio di decremento del numero di fumatori, purtroppo il quantitativo di coloro che sono afflitti da questo vizio è tornato a salire.
Ad oggi, esso si assesta sui 12.4 milioni: a fumare di più sono i ragazzi e le donne mature, mentre le statistiche calano nei soggetti con più di 65 anni di età.
Il Sud Italia ospita il maggior numero di fumatori, sia negli uomini che nelle donne, mentre gli ex fumatori si limitano ad essere una percentuale molto bassa, che sfiora il 15%.
Mediamente, si fumano 11,5 sigarette al giorno, trend inaspettatamente in calo vista la media di 13.4 del decennio scorso; i forti fumatori sono perlopiù maschi, mentre i ragazzi arrivano a fumare circa 9 sigarette al giorno.
Tipologie di tabacco utilizzato e il calo dell’attenzione sul fumo passivo
Le statistiche stilate dall’ISS riguardano anche le modalità di fumo e i metodi che gli italiani utilizzano per nutrire il vizio: a fronte di una riduzione delle sigarette fai da te e del tabacco sfuso, crescono quelle a tabacco riscaldato, assestandosi sul 3.3% della popolazione fumatrice.
Questo trend molto particolare è principalmente dovuto alla linea di pensiero secondo la quale questo metodo di fumo è meno dannoso rispetto alla sigaretta tradizionale.
Una concausa che certifica l’incremento dei fumatori è il calo dell’attenzione su quello che viene chiamato fumo passivo.
Purtroppo, il 22% dei fumatori dichiara di esporre continuamente i propri bambini al fumo passivo, mentre il 70% di essi si sente libero di fumare in luoghi di aggregazione sociale, come i trasporti pubblici, bar, locali e così via.
Questo dato parecchio allarmante rende l’idea di una fragilità di base della legislatura, ancora troppo indulgente nei confronti di coloro che trasgrediscono deliberatamente ai divieti di fumo. Inoltre, si sta modificando quella che è la concezione della sigaretta elettronica: se da un lato ci sono molti fumatori che la utilizzano per cercare di abbandonare gradualmente l’assunzione di nicotina, dall’altra parte vi è una fetta molto grande di persone che stanno semplicemente sostituendo la sigaretta tradizionale con quella elettronica, alimentando la loro dipendenza.
Un ruolo di primissimo piano nell’aumento del numero di fumatori lo ha avuto la pandemia che, negli ultimi 2 anni, ha modificato le abitudini degli italiani: in moltissimi casi, l’ansia e lo stress derivanti da questa situazione molto particolare hanno portato alla nascita di nuovi fumatori, che hanno considerato la sigaretta l’unico rimedio utile per distrarre la mente e per rilassarsi.
Il calo di coloro che vogliono smettere
Se il numero di fumatori cresce, contemporaneamente diminuisce il numero di coloro che vogliono smettere: si è passati dal 40% di fumatori intenzionati ad abbandonare il vizio nel 2008, per arrivare al 11% nel 2022.